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Premio Discografico Mario Cervo 2024

Si svolgerà il 30 luglio 2024 al Parco Mario Cervo alle ore 21 e sarà presentata dal Giornalista Giacomo Serreli.

Il Premio Mario Cervo viene istituito con la prima edizione nel 2015, con l’intento di promuovere e incentivare la produzione   discografica degli artisti sardi e selezionarne cinque da presentare in una serata dal vivo.

Esso si prefigge «l’obiettivo di valorizzare il lavoro di chi, attraverso la realizzazione di un prodotto discografico, promuove il patrimonio culturale sardo».

A oggi per poter concorrere è indispensabile aver pubblicato il proprio lavoro in formato fisico nell’anno precedente alla selezione.

Il Premio si conferma unico nel suo genere e nella sua decima edizione è un punto di riferimento fra gli artisti sardi.

Anche per il 2023, le produzioni hanno narrato storie e emozioni in un vasto spettro di generi musicali  impegnando la giuria in un attento ascolto che ha dovuto confrontare con attenzione tutte le espressioni artistiche proposte per l’alto livello tecnico e artistico.

Questo l’elenco dei dischi selezionati che riceveranno il Premio Mario Cervo 2024 :

  • Daniela Pes per il disco “Spira” (Tanca Records)

Classe 1992, nata in Gallura, una formazione jazzistica alle spalle che le consente una assoluta libertà compositiva, fra le peculiarità che rendono Daniela Pes una personalità atipica rispetto alla scena attuale c’è sicuramente l’utilizzo della voce come strumento e il lavoro sulla dimensione testuale: in Spira, l’artista sarda canta infatti in una lingua che non esiste (ancora).

Il disco, prodotto da IOSONOUNCANE è, il primo album della cantante, strumentista e musicista elettronica già vincitrice nel 2017 del prestigioso premio Andrea Parodi, dei premi Nuovoimaie (2017 e 2018) e SIAE miglior musica nell’ambito di Musicultura. Anticipato dal singolo Carme, il disco esce per l’etichetta Tanca Records su vinile e su tutte le piattaforme digitali.

  •  Nanni Gaias per il disco “Quattro” (Tuk Music)

Giovanni Gaias, noto come Nanni Gaias è un musicista e polistrumentista dal groove vibrante e naturale. La sua carriera è stata plasmata dalla fusione di diverse influenze della musica black, definendo così il suo stile caratteristico.

Originario di Berchidda ha militato sin da bambino nelle diverse band del paese, trasformando il palco nel suo laboratorio creativo ed esplorando la musica senza limiti di genere. Il live del suo album “Quattro” si distingue per il suo set ibrido, che intreccia suoni elettronici con atmosfere acustiche, attingendo a diversi mondi musicali.

  •  Stefania Secci Rosa per il disco “Sola” ( S’ardmusic )

Un’opera musicale di ampio respiro che riunisce idealmente la Sardegna con la penisola Iberica e in particolar modo col Portogallo. Poesie e testi originali in sardo, portoghese, italiano e inglese ispirate al tema della solitudine, dell’amore e della passione che si adagiano delicatamente su atmosfere musicali intense e coinvolgenti dai forti colori lusitani e mediterranei. Musiche del mondo ispirate all’universo femminile, ma anche al fado, alla tradizione celtica e all’immenso Mediterraneo. Elementi che caratterizzano da sempre le composizioni di Stefania Secci Rosa, una delle voci più vibranti nel panorama della worldmusic in questa nuova produzione accompagnata da un ricchissimo ensemble.

  • Matteo Leone per il disco “Raixe” ( S’ardmusic)

Matteo Leone è figlio della propria terra; Calasetta è il suo luogo

dell’anima, fonte inesauribile di ispirazione in cui è cresciuto “respirando” musica, imparando ad amarla e a studiarla. Ràixe profonde che meritano il rispetto del ricordo e della conservazione. Figiö che s’ascórdan, tema ricorrente nella poetica di Matteo. Come quello del cammino e del viaggio. Quello stesso che lo ha condotto in giro per il mondo alla scoperta e alla conoscenza, che gli ha permesso di maturare come artista. Terra, mare e deserto. Africa e Mississippi.

E in questo progetto Matteo Leone, con testi struggenti, recupera una storia di emigrazione che gli appartiene, la stessa che ha permesso di fondare Calasetta.

  • Sarram per il disco “Pathei Màthos” ( Subsound Records)

S A R R A M è il progetto solista strumentale doom ambient in cui convivono elementi di natura drone, post rock e noise del sardo Valerio Marras. Con cinque dischi all’attivo dal 2017 ad oggi, nel 2023 è uscito “Pathei Mathos”, per Subsound Records in solo vinile: un disco perennemente in bilico tra drone, tape loop, post rock, doom ed elettronica con le speciali partecipazioni di Lili Refrain, Tobias Vethake e Dalila Kayros.       Concertisticamente molto attivo, S A R R A M si è esibito in tutta Europa    con speciali partecipazioni in Spagna, in Belgio, in Germania e con collaborazioni con il Museo Man, il Museo Ciusa, Pinacoteca Nazionale di Sassari e Insulae Lab di Paolo Fresu.

In giuria il nume tutelare del giornalismo musicale sardo Giacomo Serreli insieme a Marco Mulas (direttore scientifico ISRE), la cantante e musicista Sophia Murgia (Solosophia), il giornalista Giancarlo Palermo, il produttore musicale Andrea Brigaglia e l’associato all’Archivio Fabrizio Alias (#wewereyoung)

Ogni anno, inoltre, l’Archivio Mario Cervo ha facoltà di scelta su un disco presente nella raccolta e premiare i protagonisti per il Disco Storico. Quest’anno, è stato scelto un decano della musica sarda: Il maestro Luigi Lai per il disco “Luigi Lai” contenuto in un cofanetto dal titolo “Sardegna, ieri…domani” del 1986.

Luigi Lai nasce il 25 luglio del 1932 a San Vito dove ora risiede. Si appassiona delle Launeddas all’età di 8 anni dopo aver sentito un pastore suonare le “sonus de canna” nelle campagne di Minderrì a San Vito. Quel momento è stato folgorante e l’inizio della sua lunga carriera. Si dedica costantemente alla cura delle Launeddas: a costruirle e a suonarle; divulgarle da solo nei paesi vicini a San Vito, senza che nessuno lo abbia invitato. La sua voglia di conoscere e migliorarsi lo porta a prendere lezioni dai grandi maestri di Launeddas del Sarrabus, principalmente Antonio Lara e poi anche Efisio Melis. Non solo Launeddas nella sua carriera, ma anche Fisarmonica e Sax, quest’ultimo strumento studiato all’Accademia di Zurigo per quattro anni, durante il periodo di permanenza in Svizzera, dall’età di 26 anni fino all’età di 41.

Il rientro in Sardegna nel 1971 con la prima presenza come suonatore alla sfilata di Sant’Efisio del primo maggio, che da allora ha sempre presenziato. È il primo ad aver creato una scuola di Launeddas negli anni ‘70, poi ci sono state collaborazioni importanti come quella musicale con Angelo Branduardi e quella cinematografica con il regista Gianfranco Cabiddu. ha girato tutto il mondo con le sue Launeddas e continua a divulgarle nei suoi concerti e manifestazioni culturali. Attualmente ha l’onore di insegnare Launeddas come unico docente al Conservatorio di Cagliari, il primo corso autorizzato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca.

https://www.luigilai-launeddas.com/biografia/

“Quest’anno – per noi di particolare importanza in quanto cade la decima edizione del Premio Discografico – abbiamo scelto di omaggiare un grande Maestro della musica in Sardegna, Luigi Lai, e con Lui uno strumento arcaico ed eccezionalmente rappresentativo della tradizione artistico-musicale sarda, le launeddas, un vero e proprio patrimonio dell’umanità, per quanto poco presente nelle produzioni discografiche” affermano Velia e Ottavio. “Le opere prodotte quest’anno sono di alto livello, in alcuni casi con riscontri positivi anche nei circuiti musicali nazionali e internazionali. Questo ci rende ancor più orgogliosi e fieri di continuare a promuovere le tradizioni della nostra isola”.

La serata di premiazione del Premio Discografico Mario Cervo, decima edizione, sarà dedicata a Tommy Rossi, coordinatore del Premio Discografico per nove edizioni e collaboratore dell’Archivio in numerosi progetti, recentemente scomparso ha lasciato un vuoto incolmabile in quanti lo hanno conosciuto.

A tutti gli artisti premiati verrà consegnato una scultura in ceramica artigianale realizzata appositamente dall’artista Venceslao Mascia

Non c’è dubbio che l’Archivio rappresenti una fetta di memoria storica e artistica di inestimabile valore per la Sardegna. Da grande appassionato di musica Mario Cervo iniziò nella seconda metà del secolo scorso a mettere insieme i pezzi di una collezione che sarebbe diventata di fondamentale importanza per la Sardegna. Vinili, audiocassette e libri sono solo alcuni dei pezzi di quello sterminato mosaico che è la casa-museo del collezionista sardo immersa tanto nei canti a tenore quanto nella lirica e nel rock and roll. Dopo la scomparsa di Mario Cervo, avvenuta nel 1997, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico e Paolo Angeli hanno lavorato a una puntuale archiviazione del materiale, lavoro portato avanti dal 2014 dall’Associazione Culturale della famiglia Cervo. Oggi contiene circa 3500 schede informative e la digitalizzazione di oltre 10.000 pezzi.

L’attività dell’Archivio Mario Cervo è sostenuta dal contributo dell’Amministrazione Comunale di Olbia – Assessorato alla Cultura, dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE) e dalla Fondazione di Sardegna.

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