Giovedì 16 gennaio 2025 ore 18 - Archivio Mario Cervo PRENOTA QUI Se sei appassionato…
“SOS SINNOS” di e con Giovanni Carroni
L’associazione Euterpe Labala in collaborazione con l’amministrazione comunale di Golfo Aranci , con la direzione artistica di Mauro Mibelli e direzione tecnica di Andrea Pica, in collaborazione con l’Archivio Mario Cervo presentano l’evento denominato ” Golfo Aranci, centro del Mediterraneo , con il progetto”Sos Sinnos”
Domenica 12 gennaio 2025 ore 17 presso la chiesa di San Giuseppe in Golfo Aranci “SOS SINNOS”
Tratto dall’omonimo romanzo “Sos Sinnos” di Michelangelo Pira – di e con Giovanni Carroni
Con la partecipazione del Tenore di Bitti “Mialinu Pira”
“Sos Sinnos” (I segni), pubblicato postumo nel 1983 a tre anni dalla morte prematura dell’autore Michelangelo Pira, intellettuale che ha lasciato un grande vuoto nella cultura isolana, rimane il tentativo più importante di usare la lingua sarda – nella varietà bittese – per un’opera di respiro mondiale, che facesse propri gli esiti più importanti della letteratura e delle scienze umane del ‘900. Raccolti e ordinati da Bachisio Bandinu i materiali sono scanditi in cinque parti. Con un percorso di derivazione analitica, la prima (Su tempus de su parpu e de s’arrastu – Il tempo del tasto e del fiuto) segna il passaggio dall’immateriale alla natura, e all’incarnazione nell’umano, con la coscienza del vivente che esprime versi inarticolati. Questi poi, lentamente, si fanno parola e poi scrittura, ma a-semantica, quasi geroglifica, che solo su deinu – l’indovino, che dà il titolo alla seconda parte – sa interpretare.
Nelle due parti seguenti, Pira entra dunque nell’universo dei personaggi e de sos contos – i racconti – del suo paese, Bitti. Avendo ben presenti i rischi del realismo e del folclorismo, il mondo pastorale narrato da Pira anche nell’aneddoto (Milianu, Emiliano) assume una forte carica simbolica. Nell’ultima parte, più scopertamente, Pira stesso si fa personaggio del mondo che racconta, e in una progressione visionaria chiama l’umanità perduta del proprio villaggio e del mondo intero a tornare sa Libra, malgrado sia una crastazza, una pietraia buona solo per le capre. Sa Libra è il luogo simbolico di una perduta pienezza dell’umano, gana de ponnere raichinas in dunu locu prezisu, gana de aer zente de arrejonare, e zente e cosas de toccare, ca su ider’e intendere zente chi bivet in campanar de vridu no mi basta’prusu. Su istare in totue est un’istare in neddue (voglia di mettere radici in un luogo preciso, voglia di gente con cui parlare, e gente e cose da toccare, perché vedere e sentire gente che vive in campane di vetro non mi basta più. Stare in ogni luogo è stare in nessun luogo).
Un progetto che esprime la volontà e la consapevolezza di rivendicare un’identità, di non disperdere una memoria dei valori e dei luoghi e di recuperare il senso di appartenenza ad una comunità; in altre parole, che dischiude un mondo nel quale ciascuno può ritrovarsi e riconoscersi.
Lo spettacolo ha inoltre l’obbiettivo primario di far uscire l’opera letteraria dal circolo chiuso in cui rischia di essere relegata per dargli finalmente una circolazione e divulgazione adeguata in Sardegna e nella penisola.
Il Tenore di Bitti “Mialinu Pira” si fonde perfettamente con le potenti suggestioni del testo, interagendo con la recitazione e arricchendo i diverso quadri con la magia di un canto millenario ormai patrimonio dell’umanità.